CORRISPONDENZE nei borghi

“Si può ritenere che la meraviglia della vita sia sempre a disposizione di ognuno in tutta la sua pienezza, anche se essa rimane nascosta, profonda, invisibile, decisamente lontana.
Tuttavia c’è, e non è né ostile né ribelle.
Se la si chiama con la parola giusta, con il suo giusto nome, essa arriva.
Questa è l’essenza dell’incantesimo, che non crea, bensì chiama.“
• Franz Kafka •
Cosa vuol dire la parola giusta?
Le parole nascono per chiamare, per raggiungere e trasformare il battito in verbo. Essere visitati dalle parole vuol dire accogliere ma anche respingere. La parola giusta crea un incantesimo tra chi la lancia e chi la riceve. Le parole sono come sassi puoi lanciarli ma devi stare attento.
Corrispondenze è un concorso letterario nato nel 2020 e, come in tutti i concorsi dove le parole diventano veicolo, può accadere che il loro suono si trasformi in azione che a sua volta diventa emozione. L’emozione si trasmette avvolgendo l’esistenza umana che abita l’Universo.
Il nostro concorso Corrispondenze si è trasformato in Corrispondenze nei Borghi, perché nel borgo trova la sua energia più potente. I legami in queste zone sono fortificati e protetti dalle mura che circoscrivono la cittadella. Inoltre abbiamo riscontrato che lavorare con e in piccole realtà permette un arricchimento profondo sotto diversi aspetti. Kairós, infatti, con la sua dinamicità e il suo sguardo attento ai disagi sociali che sa affrontare con professionalità nei suoi vari progetti – teatrali e non – può ben interagire mettendosi in “corrispondenza” con una piccola realtà che, molto più di grandi e disattenti centri urbani, presta orecchio ai vari richiami sociali.
Sempre nell’ottica della sua mission, Kairós, al fine di porre l’accento e condurre alla riflessione su temi di attualità, seppur antichi quanto l’uomo, in ogni edizione proporrà un sottotitolo del concorso, che quest’anno sarà:
“Quegli occhi che vengono da lontano”
Il tema ovviamente non sarà vincolante né per tempi né per luoghi o eventi, ma solo ispirativo: vuol essere, in quest’anno così difficile, solo un imput a meditare sulla integrazione e l’accoglienza tra popoli di diverse culture ed etnie.