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Cassandra

Regia : Serenella Di Michele

con: Maria Paola Lanzillotti

Drammaturgia: Maria Paola Lanzillotti

Costumi: Maria Paola Lanzillotti

Progetto Scenografico: Serenella Di Michele, Luisa Carinci

Filmmaker trailer: Marco De Florentiis

Ufficio Stampa: Ottavio Di Renzo

Progetto Grafico: Greta Burtini Francesco Crisanti

Ideazione e Produzione: Kairós Ensemble

Cassandra

Regia : Serenella Di Michele

con: Maria Paola Lanzillotti

Drammaturgia: Maria Paola Lanzillotti

Costumi: Maria Paola Lanzillotti

Progetto Scenografico: Serenella Di Michele, Luisa Carinci

Filmmaker trailer: Marco De Florentiis

Ufficio Stampa: Ottavio Di Renzo

Progetto Grafico: Greta Burtini Francesco Crisanti

Ideazione e Produzione: Kairós Ensemble

Sinossi

Alza!
Mostra!
Porta la luce!
Oh! Io santifico
Io illumino
questo luogo sacro
con le torce!

Euripide Le troiane

Nel Viaggio c’è Speranza

Nel gioco della vita tutti compiamo un viaggio e quello di Cassandra parte da un Inneres Auge (cit. Battiato) etico e spirituale. Vive in profonda connessione con l’universo, si muove guidata dai ritmi e dai cicli naturali, come facevano gli essere umani un tempo, quando la vita era vissuta in comunione con la Terra e il Cosmo che erano materia e sacro al tempo stesso. Sente e e vede il futuro, lo pre-vede, perché disposta a guardare il presente, un presente dove l’umanità sta perdendo la connessione con se stessa, con il cielo e con la terra.

Ma il viaggio presuppone che l’anima vibrando si liberi e Cassandra teme. Benché abbia una fiducia nella capacità umana di mettersi in relazione, che sorprende e commuove, il suo percorso emotivo e spirituale è complesso. Teme questo mondo, ha difficoltà a definirsi e a trovare un luogo da cui la sua voce, la sua testimonianza, il suo pensiero arrivino chiari, diretti, non strumentalizzabili, non omologati dal discorso del potere.

E allora si mette alla ricerca di un’anima: Ebe.

In un gioco di respiri fugaci, lo sguardo di Cassandra porta in scena quel senso di allarme che è poi la disponibilità di ciascuno di noi al mito. Cassandra entra nel libro nero della nostra memoria collettiva perché rompe un tabù: dice alla comunità ciò che spesso è ovvio al singolo.

Che essi ahimè non sanno vivere! É questa la vera sciagura, il vero pericolo mortale

Ogni giorno è sempre più chiaro come le nostre azioni, anche le più piccole, abbiano una ripercussione sul mondo in cui viviamo. Il modo in cui mangiamo, quello con cui ci muoviamo, i vestiti che indossiamo hanno tutti un peso e delle conseguenze sull’ambiente.

La natura è madre e matrigna. Materna e distruttiva.

Seconda lo Shinto, religione con una filosofia animista nativa del Giappone, sulla terra ogni cosa, la roccia, l’albero, l’animale, l’uomo, ha uno spirito. Per mantenere l’armonia, gli umani devono coesistere pacificamente con una moltitudine di spiriti, badando a non disturbarli o irritarli per non subire grave reazioni, come pandemie, ghiacciai che si sciolgono, siccità. Purtroppo l’artificiosità e la tecnologizzazione della vita, scollegata dalla natura, influisce molto sulla capacità uditiva dell’uomo attuale.

Dove è sepolta quella capacità dell’umano che è in grado di ascoltare il grido di Cassandra?

Cassandra rifiuta il mito del progresso. Individua un luogo di senso complesso e affascinante: Il cielo che sempre accoglie e sostiene. Connettersi con la speranza attraverso lo sguardo sull’invisibile. Dialogare con la natura. Bellezza, grazia, leggerezza d’essere, forza. Esplorare il linguaggio condiviso e la sensibilità poetica che l’universo ci dona, per riscoprire il terreno comune che esisteva un tempo quando le persone si consideravano parte della natura e non al di fuori di essa. Il destino degli animali, delle piante, del cielo e delle terra, non può essere separato dal destino dell’uomo, e il destino dell’uomo non può essere separato dal destino di tutta la natura.

Come attrice non interpreto e non m’immedesimo ma convivo con il mio personaggio. Utilizzo il reale nell’immaginario e l’immaginario nel reale, elementi del passato nel presente e del presente nel passato.

Maria Paola Lanzillotti

NOTE DI REGIA

Perché Cassandra?
Consumatori di merci e al tempo stesso merce consumata, abbiamo smesso di guardare il cielo e interrogarci sulla natura delle cose.
La menzogna della realtà puramente sensibile sembra essere antidoto efficace per le nostre anime ormai quiete, totalmente ricacciate nella materia.
Ma qual è il costo della perdita della promessa del cielo?
Quale il costo di un’esistenza priva di un orizzonte capace di orientarla?
Strutturalmente aperti all’assoluto, se rinunciamo alla verticalità, rinunciamo nel contempo alla possibilità di un’esistenza piena e vibrante.
E allora ecco il richiamo assordante di Cassandra, in quelle anime, come quella di Ebe, donna dedita all’equilibrio e alla bellezza, non totalmente addormentate, che coraggiosamente tentano di risvegliare dall’assopimento una umanità che soffre e teme.

Serenella di Michele

Sinossi

Alza!
Mostra!
Porta la luce!
Oh! Io santifico
Io illumino
questo luogo sacro
con le torce!

Euripide Le troiane

Nel Viaggio c’è Speranza

Nel gioco della vita tutti compiamo un viaggio e quello di Cassandra parte da un Inneres Auge (cit. Battiato) etico e spirituale. Vive in profonda connessione con l’universo, si muove guidata dai ritmi e dai cicli naturali, come facevano gli essere umani un tempo, quando la vita era vissuta in comunione con la Terra e il Cosmo che erano materia e sacro al tempo stesso. Sente e e vede il futuro, lo pre-vede, perché disposta a guardare il presente, un presente dove l’umanità sta perdendo la connessione con se stessa, con il cielo e con la terra.

Ma il viaggio presuppone che l’anima vibrando si liberi e Cassandra teme. Benché abbia una fiducia nella capacità umana di mettersi in relazione, che sorprende e commuove, il suo percorso emotivo e spirituale è complesso. Teme questo mondo, ha difficoltà a definirsi e a trovare un luogo da cui la sua voce, la sua testimonianza, il suo pensiero arrivino chiari, diretti, non strumentalizzabili, non omologati dal discorso del potere.

E allora si mette alla ricerca di un’anima: Ebe.

In un gioco di respiri fugaci, lo sguardo di Cassandra porta in scena quel senso di allarme che è poi la disponibilità di ciascuno di noi al mito. Cassandra entra nel libro nero della nostra memoria collettiva perché rompe un tabù: dice alla comunità ciò che spesso è ovvio al singolo.

Che essi ahimè non sanno vivere! É questa la vera sciagura, il vero pericolo mortale

Ogni giorno è sempre più chiaro come le nostre azioni, anche le più piccole, abbiano una ripercussione sul mondo in cui viviamo. Il modo in cui mangiamo, quello con cui ci muoviamo, i vestiti che indossiamo hanno tutti un peso e delle conseguenze sull’ambiente.

La natura è madre e matrigna. Materna e distruttiva.

Seconda lo Shinto, religione con una filosofia animista nativa del Giappone, sulla terra ogni cosa, la roccia, l’albero, l’animale, l’uomo, ha uno spirito. Per mantenere l’armonia, gli umani devono coesistere pacificamente con una moltitudine di spiriti, badando a non disturbarli o irritarli per non subire grave reazioni, come pandemie, ghiacciai che si sciolgono, siccità. Purtroppo l’artificiosità e la tecnologizzazione della vita, scollegata dalla natura, influisce molto sulla capacità uditiva dell’uomo attuale.

Dove è sepolta quella capacità dell’umano che è in grado di ascoltare il grido di Cassandra?

Cassandra rifiuta il mito del progresso. Individua un luogo di senso complesso e affascinante: Il cielo che sempre accoglie e sostiene. Connettersi con la speranza attraverso lo sguardo sull’invisibile. Dialogare con la natura. Bellezza, grazia, leggerezza d’essere, forza. Esplorare il linguaggio condiviso e la sensibilità poetica che l’universo ci dona, per riscoprire il terreno comune che esisteva un tempo quando le persone si consideravano parte della natura e non al di fuori di essa. Il destino degli animali, delle piante, del cielo e delle terra, non può essere separato dal destino dell’uomo, e il destino dell’uomo non può essere separato dal destino di tutta la natura.

Come attrice non interpreto e non m’immedesimo ma convivo con il mio personaggio. Utilizzo il reale nell’immaginario e l’immaginario nel reale, elementi del passato nel presente e del presente nel passato.

Maria Paola Lanzillotti

NOTE DI REGIA

Perché Cassandra?
Consumatori di merci e al tempo stesso merce consumata, abbiamo smesso di guardare il cielo e interrogarci sulla natura delle cose.
La menzogna della realtà puramente sensibile sembra essere antidoto efficace per le nostre anime ormai quiete, totalmente ricacciate nella materia.
Ma qual è il costo della perdita della promessa del cielo?
Quale il costo di un’esistenza priva di un orizzonte capace di orientarla?
Strutturalmente aperti all’assoluto, se rinunciamo alla verticalità, rinunciamo nel contempo alla possibilità di un’esistenza piena e vibrante.
E allora ecco il richiamo assordante di Cassandra, in quelle anime, come quella di Ebe, donna dedita all’equilibrio e alla bellezza, non totalmente addormentate, che coraggiosamente tentano di risvegliare dall’assopimento una umanità che soffre e teme.

Serenella di Michele

Intervista anteprima Cassandra

Teaser Cassandra

Intervista spettacolo teatrale Cassandra a Città Sant’Angelo

Intervista anteprima Cassandra

Teaser Cassandra

Intervista spettacolo teatrale Cassandra a Città Sant’Angelo