Chi Siamo

Ci interessa ciò che trasforma.

Il momento in cui un racconto riaccende una memoria.
Il tempo sospeso in cui un corpo, in scena, diventa altro.
La soglia in cui chi cerca impara a stare nelle domande, senza fretta.

Kairós Ensemble è un progetto artistico e pedagogico nato nel 2017, all’incrocio tra teatro, pedagogia teatrale e storytelling. In questi tre linguaggi, e nella loro tensione creativa, riconosciamo la possibilità di attivare esperienze capaci di rigenerare espressione, relazione e senso di comunità.

Proponiamo percorsi per singoli, gruppi e professionisti: laboratori, spettacoli, formazioni e pratiche di ricerca in cui il gesto teatrale, il racconto e la pedagogia diventano strumenti concreti per attraversare il cambiamento. Un cambiamento che tocca il corpo e la voce, ma anche il modo in cui si lavora, si comunica, si abita il mondo.
Collaboriamo con associazioni, enti e compagnie, in ambito nazionale e internazionale, promuovendo progetti che intrecciano narrazione, arte e partecipazione. Diamo voce alle storie dei territori, riscopriamo le radici culturali e simboliche dei luoghi, tessiamo trame di senso tra passato e presente.
La nostra poetica si nutre di una visione che considera la natura un’alleata nell’arte: fonte di meraviglia, soggezione, fascino e timore.



In scena e nei laboratori abitiamo uno spazio-tempo altro, dove il ritmo rallenta, la percezione si affina, lo sguardo si fa più profondo.

Facciamo nostro il principio del maestro Tadashi Suzuki:

vivere nella domanda.

Un’esistenza artistica che non cerca risposte immediate, ma resta fedele alla forza dell’interrogativo. È la domanda che orienta il gesto, apre la visione, fa emergere la verità dell’attore e della persona.

Le storie che attraversiamo non portano a una soluzione, ma a un’apertura: come un labirinto che invece del centro ha una savana. Uno spazio selvaggio, in cui ogni personaggio, come ogni partecipante, può continuare a trasformarsi.

Il nostro lavoro si ispira ai principi del Teatro d’Arte di Stanislavskij, rivisitati e amplificati grazie all’incontro con il maestro Jurij Alschitz, guida generativa della nostra ricerca.

Fondata da Maria Paola Lanzillotti, attrice, pedagogista teatrale, storyteller,
Kairós Ensemble è oggi l’unica realtà riconosciuta dal FEST – Federation for European Storytelling – attiva in Abruzzo e nel Sud Italia.

Chi Siamo

Ci interessa ciò che trasforma.

Il momento in cui un racconto riaccende una memoria.
Il tempo sospeso in cui un corpo, in scena, diventa altro.
La soglia in cui chi cerca impara a stare nelle domande, senza fretta.

Kairós Ensemble è un progetto artistico e pedagogico nato nel 2017, all’incrocio tra teatro, pedagogia teatrale e storytelling. In questi tre linguaggi, e nella loro tensione creativa, riconosciamo la possibilità di attivare esperienze capaci di rigenerare espressione, relazione e senso di comunità.

Proponiamo percorsi per singoli, gruppi e professionisti: laboratori, spettacoli, formazioni e pratiche di ricerca in cui il gesto teatrale, il racconto e la pedagogia diventano strumenti concreti per attraversare il cambiamento. Un cambiamento che tocca il corpo e la voce, ma anche il modo in cui si lavora, si comunica, si abita il mondo.
Collaboriamo con associazioni, enti e compagnie, in ambito nazionale e internazionale, promuovendo progetti che intrecciano narrazione, arte e partecipazione. Diamo voce alle storie dei territori, riscopriamo le radici culturali e simboliche dei luoghi, tessiamo trame di senso tra passato e presente.
La nostra poetica si nutre di una visione che considera la natura un’alleata nell’arte: fonte di meraviglia, soggezione, fascino e timore.

In scena e nei laboratori abitiamo uno spazio-tempo altro, dove il ritmo rallenta, la percezione si affina, lo sguardo si fa più profondo.

Facciamo nostro il principio del maestro Tadashi Suzuki:

vivere nella domanda.

Un’esistenza artistica che non cerca risposte immediate, ma resta fedele alla forza dell’interrogativo. È la domanda che orienta il gesto, apre la visione, fa emergere la verità dell’attore e della persona.

Le storie che attraversiamo non portano a una soluzione, ma a un’apertura: come un labirinto che invece del centro ha una savana. Uno spazio selvaggio, in cui ogni personaggio, come ogni partecipante, può continuare a trasformarsi.

Il nostro lavoro si ispira ai principi del Teatro d’Arte di Stanislavskij, rivisitati e amplificati grazie all’incontro con il maestro Jurij Alschitz, guida generativa della nostra ricerca.

Fondata da Maria Paola Lanzillotti, attrice, pedagogista teatrale, storyteller,
Kairós Ensemble è oggi l’unica realtà riconosciuta dal FEST – Federation for European Storytelling – attiva in Abruzzo e nel Sud Italia.

Il mio viaggio

Il momento del sì

C’è un momento in cui il teatro non è più un’ipotesi.
Per me è accaduto quando le strade sembravano già tracciate.
E invece una voce, quella del daimon, ha chiamato altrove.
Non era un sogno giovanile, era una necessità matura.
Ho risposto con tutto il corpo, mettendo in discussione ruoli, certezze, percorsi.

Da allora, l’arte è diventata per me un cammino di trasformazione: una via radicale, viva, spesso solitaria, ma fertile.

La voce come ponte

La voce è stata il mio primo ponte: tra interno ed esterno, tra visibile e invisibile.
L’ho studiata come si scopre una terra straniera: con entusiasmo.
Dal metodo Linklater e l’Accademia Nazionale della Voce ho imparato che parlare non basta: bisogna vibrare.
E vibrare, per un’artista, significa attraversare.

L’arte del raccontare

Nel tempo, ho incontrato lo storytelling.
Con Paola Balbi e Davide Bardi ho scoperto che ogni racconto è un atto di presenza.
Un modo per rendere visibile l’invisibile.

Pedagogia teatrale: dal gesto alla visione

Nel 2018, l’incontro decisivo: il Maestro Jurij Alschitz.
Con lui ho intrapreso un percorso che ha unito pedagogia teatrale, visione spirituale e scienza poetica.
Ho studiato presso IIPT, ( Istituto Italiano di Pedagogia Teatrale) approfondendo la voce, il corpo, il gesto, ma soprattutto la domanda.
Ho conseguito i diplomi in Pedagogia Teatrale di 1° e 2° livello, e il certificato internazionale in Quantum Pedagogy.

Ho compreso che il teatro non è forma, ma energia in transito.

Kairós Ensemble: un luogo per incarnare

Nel 2017 ho fondato Kairós Ensemble Aps, creando un luogo dove tutto questo potesse incarnarsi. Uno spazio di ricerca, teatro, pedagogia e narrazione.

Un laboratorio di trasformazione dove l’arte non è performance, ma rivelazione.

Sono nati progetti come Sguardi Svelati, L’Albero di Ipazia, Cassandra.

Parola, memoria, soglia

Accanto al teatro, la parola ha continuato a generare.
Nel podcast Soul Sisters, nella scrittura, nella radio. E poi il concorso Corrispondenze nei Borghi, che ha portato la narrazione nei piccoli centri italiani, come forma di memoria e resistenza.

Oggi il mio lavoro esplora i territori simbolici della soglia e del confine: tra Demetra e Persefone, tra visibile e invisibile, tra ciò che finisce e ciò che comincia.

E io cerco, ancora.
Ogni ricerca è un atto di generazione.
Perché le idee che cambiano le cose spesso sembrano scomode, sbagliate, folli.
Finché diventano cammini.

Un dono che si fa mestiere

Il mio lavoro si rivolge a:

  • artisti in cerca di rigenerazione creativa
  • insegnanti ed educatori desiderosi di nuovi linguaggi
  • adolescenti e giovani adulti che vogliono ascoltarsi
  • professionisti che desiderano riconnettersi al proprio sentire

Negli anni, ciò che ho ricevuto dagli incontri, dalla pratica, dallo studio, si è trasformato in qualcosa da restituire. Non come beneficenza spirituale, ma come gesto professionale: serio, incarnato, necessario.

Oggi, condivido pratiche, linguaggi e visioni che possono sostenere chi è nel mezzo di un passaggio o di una ricerca. Lavoro con il teatro, lo storytelling e la pedagogia teatrale per creare spazi di risonanza, dove corpo e voce possano ritrovare il proprio ritmo e la relazione diventi atto vivo di trasformazione.

Non offro risposte.
Offro luoghi dove le domande possano respirare.

Il mio viaggio

Il momento del sì

C’è un momento in cui il teatro non è più un’ipotesi.
Per me è accaduto quando le strade sembravano già tracciate.
E invece una voce, quella del daimon, ha chiamato altrove.
Non era un sogno giovanile, era una necessità matura.
Ho risposto con tutto il corpo, mettendo in discussione ruoli, certezze, percorsi.

Da allora, l’arte è diventata per me un cammino di trasformazione: una via radicale, viva, spesso solitaria, ma fertile.

La voce come ponte

La voce è stata il mio primo ponte: tra interno ed esterno, tra visibile e invisibile.
L’ho studiata come si scopre una terra straniera: con entusiasmo.
Dal metodo Linklater e l’Accademia Nazionale della Voce ho imparato che parlare non basta: bisogna vibrare.
E vibrare, per un’artista, significa attraversare.

L’arte del raccontare

Nel tempo, ho incontrato lo storytelling.
Con Paola Balbi e Davide Bardi ho scoperto che ogni racconto è un atto di presenza.
Un modo per rendere visibile l’invisibile.

Pedagogia teatrale: dal gesto alla visione

Nel 2018, l’incontro decisivo: il Maestro Jurij Alschitz.
Con lui ho intrapreso un percorso che ha unito pedagogia teatrale, visione spirituale e scienza poetica.
Ho studiato presso IIPT, ( Istituto Italiano di Pedagogia Teatrale) approfondendo la voce, il corpo, il gesto, ma soprattutto la domanda.
Ho conseguito i diplomi in Pedagogia Teatrale di 1° e 2° livello, e il certificato internazionale in Quantum Pedagogy.

Ho compreso che il teatro non è forma, ma energia in transito.

Kairós Ensemble: un luogo per incarnare

Nel 2017 ho fondato Kairós Ensemble Aps, creando un luogo dove tutto questo potesse incarnarsi. Uno spazio di ricerca, teatro, pedagogia e narrazione.

Un laboratorio di trasformazione dove l’arte non è performance, ma rivelazione.

Sono nati progetti come Sguardi Svelati, L’Albero di Ipazia, Cassandra.

Parola, memoria, soglia

Accanto al teatro, la parola ha continuato a generare.
Nel podcast Soul Sisters, nella scrittura, nella radio. E poi il concorso Corrispondenze nei Borghi, che ha portato la narrazione nei piccoli centri italiani, come forma di memoria e resistenza.

Oggi il mio lavoro esplora i territori simbolici della soglia e del confine: tra Demetra e Persefone, tra visibile e invisibile, tra ciò che finisce e ciò che comincia.

E io cerco, ancora.
Ogni ricerca è un atto di generazione.
Perché le idee che cambiano le cose spesso sembrano scomode, sbagliate, folli.
Finché diventano cammini.

Un dono che si fa mestiere

Il mio lavoro si rivolge a:

  • artisti in cerca di rigenerazione creativa
  • insegnanti ed educatori desiderosi di nuovi linguaggi
  • adolescenti e giovani adulti che vogliono ascoltarsi
  • professionisti che desiderano riconnettersi al proprio sentire

Negli anni, ciò che ho ricevuto dagli incontri, dalla pratica, dallo studio, si è trasformato in qualcosa da restituire. Non come beneficenza spirituale, ma come gesto professionale: serio, incarnato, necessario.

Oggi, condivido pratiche, linguaggi e visioni che possono sostenere chi è nel mezzo di un passaggio o di una ricerca. Lavoro con il teatro, lo storytelling e la pedagogia teatrale per creare spazi di risonanza, dove corpo e voce possano ritrovare il proprio ritmo e la relazione diventi atto vivo di trasformazione.

Non offro risposte.
Offro luoghi dove le domande possano respirare.

Nel tempo, molte anime hanno incrociato il cammino di Kairos.
Qualcuno è rimasto un giorno, qualcuno un anno, qualcuno giusto il tempo di dire ci sono stato.
C’è stato chi ha acceso scintille, chi ha lasciato tracce lievi, chi è sparito tra una replica e un messaggio non risposto.
Tutti, a modo loro, hanno nutrito il fuoco.
Oggi, ci sono anime che ancora intrecciano tempo e visioni con Kairos.
Li chiamiamo: Compagni di viaggio.

Compagni di viaggio

Lina Colantoni

È con noi da sempre, ma ogni volta chiede: “A che ora finiamo?”
Tiene il tempo come si tiene tra le mani una farfalla stanca.
Fragile e tenace, intreccia presenza e distanza come un filo sottile.
E in scena compie la magia.

Marco Rosini

Compone al pianoforte e abbraccia nuvole.
Sospeso tra terra e cielo, ha radici che non vogliono stare ferme.
Forse è per questo che sa accordare anche l’invisibile.
Con noi, quando meno te lo aspetti. Ma c’è.

Claudia De Florentiis

La sua energia non ha orari, né rispetto per le leggi fisiche.
Potrebbe accendere una città solo con l’entusiasmo.
Vive lontano, ma la sua mente corre avanti: inventa, confonde, rilancia.
Chi le sta dietro, spesso si perde, riscoprendosi felice.

Marco De Florentiis

Ha lo sguardo di chi ha già visto un’altra storia, in un altro tempo.
La sua arte non fa rumore, ma sposta l’aria.
Ogni frame, ogni inquadratura, respira da sola, invitando chi guarda a perdersi nelle storie che vivono silenziosamente tra le immagini.

Mimmo Zocco

Con calma. Sempre.
Il tempo lo segue, ma non lo afferra.
Arriva quando il momento è giusto.
E se non lo è, lo diventa.
È un amico. Uno di quelli veri, a cui non servono tante parole.

Compagni di viaggio

Lina Colantoni

È con noi da sempre, ma ogni volta chiede: “A che ora finiamo?”
Tiene il tempo come si tiene tra le mani una farfalla stanca.
Fragile e tenace, intreccia presenza e distanza come un filo sottile.
E in scena compie la magia.

Marco Rosini

Compone al pianoforte e abbraccia nuvole.
Sospeso tra terra e cielo, ha radici che non vogliono stare ferme.
Forse è per questo che sa accordare anche l’invisibile.
Con noi, quando meno te lo aspetti. Ma c’è.

Claudia De Florentiis

La sua energia non ha orari, né rispetto per le leggi fisiche.
Potrebbe accendere una città solo con l’entusiasmo.
Vive lontano, ma la sua mente corre avanti: inventa, confonde, rilancia.
Chi le sta dietro, spesso si perde, riscoprendosi felice.

Marco De Florentiis

Ha lo sguardo di chi ha già visto un’altra storia, in un altro tempo.
La sua arte non fa rumore, ma sposta l’aria.
Ogni frame, ogni inquadratura, respira da sola, invitando chi guarda a perdersi nelle storie che vivono silenziosamente tra le immagini.

Mimmo Zocco

Con calma. Sempre.
Il tempo lo segue, ma non lo afferra.
Arriva quando il momento è giusto.
E se non lo è, lo diventa.
È un amico. Uno di quelli veri, a cui non servono tante parole.